La VR funziona perché il feedback sensoriale creato digitalmente dal mondo artificiale sostituisce le nostre esperienze quotidiane.
Per dare l’impressione di essere immersivi e presenti, i sistemi includono in genere due display visivi – uno per ciascun occhio – che differiscono leggermente, come accade quando guardiamo qualsiasi oggetto nel mondo non digitale.
Ad esempio, guardate il vostro dito con un occhio chiuso e poi scambiatelo con l’altro occhio. Noterete un leggero spostamento dell’immagine.
Il nostro cervello prende gli input (artificiali o reali) da entrambi gli occhi per creare una rappresentazione mentale 3D. Il mondo virtuale è reso più realistico dall’aggiunta di ulteriori informazioni sensoriali: gli stimoli uditivi entrano da entrambe le orecchie per creare un suono surround spaziale 3D, mentre il feedback aptico crea la sensazione di “contatto fisico con il mondo virtuale”.
Forse la parte più affascinante della VR è la capacità di chi la indossa di interagire con l’ambiente. Muovendo la testa, indicando o afferrando qualcosa, o anche reindirizzando lo sguardo, possiamo cambiare l’ambiente che abbiamo di fronte.
Il grado di immersione (sensomotoria) riflette la quantità di stimoli fisici che sperimentiamo attraverso i nostri sensi e la sensibilità del sistema nel ricevere informazioni su come ci muoviamo.
Pertanto, il senso di realtà dipende dalla qualità e dalla quantità dell’esperienza sensoriale e dalla nostra capacità di interagire con l’ambiente.
Ma perché ci sembra così reale?
Perché ci sentiamo presenti. La presenza è la nostra esperienza quotidiana di essere qui, seduti a leggere questo articolo o a camminare in un ambiente virtuale.
Mentre l’immersione si riferisce a quanto è tecnicamente avanzato il kit VR, la presenza è la sensazione psicologica e fisiologica di trovarsi all’interno dell’esperienza. In genere, più l’esperienza è immersiva, più ci sentiamo presenti.
Questa maggiore presenza è legata a diverse aree cerebrali, in particolare a una maggiore attivazione del cervello parietale, fondamentale per l’elaborazione spaziale, la navigazione e l’integrazione delle informazioni sensoriali per formare un’unica percezione.
La VR sembra reale perché per il cervello lo è.
